comportarsi con la propria mente in modo da rendere il suo funzionamento il più meccanico possibile, effettuando una sorta di «istituzionalizzazione» del pensiero. Per illustrare_ ciò che accade alla loro mente potremmo adoperare le stesse parole che Bion (1976) utilizza per descrivere l'istituzione: «...Un'istituzione si comporta secondo certe leggi e regole - deve stabilirle - e tutte le leggi organizzative diventano rigide e definitive come le leggi della fisica. Un'organizzazione diventa dura ed inanimata come questo tavolo. Io non conosco chi sia in grado di dire a che punto ciò che è animato diventa inanimato...». Possiamo dire che questi studenti hanno con parti della propria mente un rapporto contenitore-contenuto che possiamo definire «molto rigido» a causa della loro tendenza a «istituzionalizzare» in questo senso deteriore la conoscenza. Studenti di questotipo, il cui numero è molto più grande di quanto si creda comunemente, se richiesti esplicitamente, dicono di aver capito quanto spiegato, raramente pongono domande e sembrano paradossalmente opporsi alle spiegazioni supplementari. Hanno grandi difficoltà a collegare i concetti, a fare paragoni, a riconoscere le uguaglianze di strutture e a porsi in modo attivo e riflessivo di fronte ad un compito complesso. Le loro difficoltà aumentano quanto più la scienza si formalizza e viene richiesta una partecipazione ed un impegno autonomo. Questi studenti, molto passivi, nel senso sensoriale e mentale del termine, ma, a volte, molto assidui, sembra che si aspettino di apprendere mediante procedimenti molto primitivi, come una sorta di osmosi (o di assorbimento) con la situazione scolastica nel suo complesso, una modalità di apprendere quasi «parassitaria». Questa situazione, attivata specialmente dalla condizione gruppale durante le spiegazioni dell'insegnante, può essere interpretata come una massiccia dipendenza accoppiata ad una magica onnipotenza, e trova il suo pun62
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==