(x + 1)3 (x - 1)3 = [(x + 1) (x - 1))3 = (x2 - 1)3 = . . . trasformazione che permetterebbe di risolvere molto rapidamente il quesito. L'attenzione e la concentrazione risparmiate con la prima modalità risolutiva devono evidentemente rimanere disponibili per altri scopi. Ci sembra quindi che la funzione dell'attenzione acquisti una grandissima importanza proprio nel suo costituirsi come una «facoltà attiva» verso l'esterno. Secondo Freud (1911) infatti: «Viene istituita una funzione particolare per esplorare periodicamente la realtà esterna, così che i dati di questa siano già noti quando si produce un incontenibile bisogno interiore e cioè la funzione dell'attenzione». Meltzer dedica tutta la primaparte del suo lavoro Esplorazioni sull'autismo alla funzione dell'attenzione: «La maggior parte degli oggetti "ricevono attenzione". Noi tendiamo a sperimentare un tale "dispiegamento" dentro di noi come un processo attivo». L'esercizio di questo «processo attivo» è per taluni studenti particolarmente difficile e faticoso. Spesso si ha l'impressione che utilizzino la loro capacità mentale nella maniera più «economica» possibile in modo che i contenuti mentali, una volta che siano stati percepiti e codificati, siano in grado di «riprodursi» in un certo senso autonomamente, cioè senza necessitare di attenzione. Questo funzionamento automatico della mente presenta la caratteristica di evolvere nel verso di un sempre più grande impoverimento. L'automazione sembra cristallizzarsi e parzializzarsi occupando uno spazio mentale sempre più rigido. Le facoltà sensoriali come vista e udito o anche quelle mentali come l'attenzione per percepire o la concentrazione sembrano diminuite o, a volte, addirittura mancanti. Ad un osservatore esterno questi studenti sembrano 61
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