53» (pronuncia: cinque alla terza) scrive 5a3 (pronuncia: cinque a alla terza). Allora gli si ripete, scandendo bene la differenza tra le lettere e le sillabe, e gli si fa notare la differenza tra i diversi suoni. Ma sembra che quest'ultima non venga percepita. A questo punto le due espressioni vengono scritte e si chiede al ragazzo di leggerle a voce alta. Questa esperienza può non essere significativa per Carlo, allora viene richiamata l'attenzione sul fatto che in una delle espressioni c'è una «a» in più mentre nell'altra manca e viene invitato a rileggere forte e alcune volte riesce a capire la differenza. Capita spesso che lo studente legga le precedenti espressioni nello stesso modo, per cui, ascoltando, non viene percepita alcuna differenza. La parola «alla» in questo caso viene scissa in «a»-«alla» e ciò crea confusione nel significato. Un'unica esperienza sensoriale, la vista sola o il solo ascolto della formula, non risulta sufficiente a ripristinare il significato, ma occorre ricorrere anche ad altri«segni»poiché l'integrazione dei cinque sensi è stata smontata. Trattandosi di un giovane schizofrenico, questo disturbo dell'apprendimento viene inserito nel ben più grave disturbo mentale presente. Però taluni meccanismi osservati in questo caso, che potremo chiamare «autistici» secondo il concetto meltzeriano di «smontaggio dei sensi», descritto in Esplorazione sull'autismo, sono presenti in adolescenti per altri aspetti normali. Nell'esempio che segue, tratto da un elaborato svolto in classe da uno studente di quindici anni, ci sembra arduo diagnosticare la causa dell'errore attribuendola a mancanza di studio o di esercizio. Testo: esercizio sullo svolgimento dei prodotti notevoli: (x2 - 2x + 1) 2 - (x + 1) . (x - 1) 3 + 2 . (x - 1)3 = Risoluzione dello studente: x4 - 4x2 + 1 - (x + 1) (x3 - 3x2 + 3x) + 2 (x3 - 1) = 50
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