Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

le", ma fermissimo, punto 2): ovvero, essere così «vicino al soffitto» significa che la bambina era «al settimo cielo». Il perché trova ancora spiegazione nella lingua tedesca: poiché era in braccio («an die Armen» = sulle braccia = sull'Armadio) al padre. L'uso di «sull'armadio» per codificare «in braccio» (an die Armen) è ancor più giustificato dal fatto che la bambina sentiva parlare in casa, oltre che il tedesco, anche il dialetto fiumano, nel quale «armadio» si dice «armèr», che è praticamente identico ad «Armen». C'è anche una sovradeterminazione: detto in dialetto fiumano, infatti, «sull'armèr» (sull'armadio) assomiglia molto ad «allarme». Per inciso fu questa la prima breccia per arrivare ad analizzare il ricordo, poiché faceva capire chiaramente come «sull'armadio» fosse solo una codificazione significante. Fermiamoci un attimo: in questo ricordo, per il quale l'inconscio usa gli stessi meccanismi che usa per produrre il sogno, gli elementi geometrici sono residui diurni, provengono dal sistema P-C, dall'esperienza di tutti i giorni. Gli spigoli del soffitto e delle pareti sono probabilmente particolarmente favoriti perché corrispondono a percezioni createsi da poco in una bambina di due anni (v. sopra), e quindi molto notate (sempre per l'effetto di bordo, psichico questa volta: il primo insorgere di una classe di percetti deve sicuramente essere molto notata, poi l'attenzione si attenua). Quel che volevomettere in luce è che, comunque, nel formare il ricordo di copertura, l'inconscio opera col significante, utilizzando il materiale proveniente dal sistema PC come mezzo ausiliario, rappresentativo. C'è ancora una sovradeterminazione: an die Decke assomiglia molto a «an die EcKE» = «sull'ANGOLO» (Ecke) dell'armadio = vicino all'ANGOLO del soffitto. La bambina era al settimo cielo perché era stata presa in braccio dal padre in occasione di un allarme. Il fatto che fosse in braccio al padre, così come il fatto che questi 215

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