Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

Senza scendere nei dettagli, mi limito a ricordare che: - lo stimolo ottimale per A è un punto luminoso che ricopre tutto il centro bianco, circondato da una zona buia corrispondente alla corona circolare nera. Se il punto di luce cresce invadendo la corona nera, la cellula risponde sempre meno, fino a non rispondere affatto quando tutto il campo è illuminato; - nel caso B vale il discorso simmetrico: ci vuole buio al centro, luce sulla corona circolare1 • Secondo Hermann nell'inconscio vige l'effetto di bordo, ad esempio nel senso che, di una serie di eventi traumatici simili, vengono fissati nel «livello individuale» (memoria inconscia) solo il primo e l'ultimo (o i primi e gli ultimi) di questa. Per la precisione, comunque, si dovrebbe dire che riescono a diventare coscienti (nell'analisi) solo il primo e l'ultimo di una serie di traumi simili: quello che arriviamo a sapere dell'inconscio, deriva infatti sempre e solo da quello che viene percepito dalla coscienza. Il suggerimento che proviene dalla considerazione del meccanismo agente nel sistema percettivo visivo sembra essere che esista, a livello elementare, un'organizzazione delle tracce mnestiche di tipo ON-OFF (sensibilità per il trauma e per il non-trauma). Nel sistema percettivo visivo, oltre all'effetto di bordo, l'organizzazione in aree ON e OFF dei campi recettivi dei neuroni comporta che la sensibilità per le intensità luminose è solo relativa e non assoluta. Ciò significa che quel che viene rilevato è solo la differenza di luminosità tra la figura e lo sfondo, e non il valore assoluto della luminosità della figura e dello sfondo presi isolatamente. Questo ha per conseguenza la sostanziale stabilità delle percezioni soggettive degli oggetti, indipendentemente dalla quantità di luce da essi riflessa. Hubel fa l'esempio di un giornale letto dentro casa o all'aperto, che dà sempre la stessa impressione di nero su bianco, anche se all'aperto il nero delle lettere riflette il doppio di luce dello 212

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