Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

27 Vedi Weiss E., Totemmaterial in einem Traume, «Internationale Zeitschrift fur Psychoanalyse», II, 1914, pp. 159-165. 28 La partecipazione di Weiss a tale seduta risulta dall'intervista a K.R. Eissler. 29 Cfr. Rubenstein R.L., L'immaginazione religiosa. Sulla psicoanalisi e sulla teologia ebraica, Roma, Ubaldini, 1974. 3° Cfr. Bakan D., Freud e la tradizione mistica ebraica, Milano, Edizioni di Comunità, 1977. 31 Lettera di Freud a Rafael de Costa del 2 maggio 1939, cit. da Gay in Un ebreo senza Dio, cit., p. 91. 32 Oltre Bakan e Rubenstein, convinto assertore dell'influsso della mistica ebraica su Freud fu A.A. Roback. Nella sua opera Jewish Influences in Modem Thought, scritta nel 1929, appena due anni dopo quindi la pubblicazione de L'avvenire di un 'illusione, Roback chiama Freud «il Chassid della storia della psicologia moderna», asserendo che il suo metodo «ricorda molto il simbolismo che costituisce il fondamento della filosofia cabalistica», cit., pp. 160-1. 33 Saba non leggeva il tedesco, e le traduzioni disponibili negli anni '20 in italiano e in francese delle opere di Freud erano decisamente poche. 34 Lettera di E. Weiss a P. Federn del 7 settembre 1936, depositata tra i Papers di Weiss ai Freud Archives di Washington. 35 Ibidem. 36 Ibidem. 37 Durante la prima guerra mondiale la Comunità ebraica di Trieste era retta secondo l'uso austriaco da un triumvirato, di cui faceva parte per l'appunto il padre di Weiss. Inoltre egli fu come Freud membro dell'Associazione internazionale ebraica, B'nai B'rith. 38 La presenza di una Comunità ebraica a Trieste risale al Medioevo. La città, il cui progresso nella storia fu sempre legato al commercio e ai traffici, vede occupati in tale settore nell'800, nel momento del suo più grande sviluppo come porto franco, molti ebrei che rivestono posizioni di rilievo. All'inizio del nuovo secolo, la Comunità ebraica che conta all'incirca 7.000 unità, è sempre più saldamente inserita nella vita cittadina. La tolleranza e il rispetto di tutte le nazionalità e le religioni, in una città cosmopolita come Trieste, consente agli ebrei la completa assimilazione, che si traduce, anche per gli ebrei trasferitisi di recente da altre parti dell'Impero asburgico, in una italianizzazione. La maggior parte degli ebrei triestini in effetti, allo scoppio della guerra mondiale, si schiererà con l'Italia, per tutta una serie di ragioni, tra le quali non ultima, il fatto che il liberalismo politico italiano, laico e aconfessionale, offriva ai loro occhi maggiori garanzie che la cattolicissima Austria, in cui l'antisemitismo era sempre in agguato. 39 Il rapporto padre-figli, come rapporto portante della società del «mondo di ieri», è un tema congenito alla sua cultura. La mag204

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