tuale riscontro nelle tradizioni e nelle leggende rabbiniche29, ma hanno anche cercato di dimostrare l'importanza della tradizione mistica ebraica come componente ideologica fondamentale del pensiero di Freud30 • Anche su questo punto Peter Gay è estremamente critico, citando a supporto un'osservazione dell'ultimo Freud, contenuta in una lettera del 1939: Il modo in cui riesci a conciliare - scrive Freud al suo corrispondente in Palestina - apprezzamento per la ricerca scientifica e credenza nell'attendibilità del racconto biblico suscita la mia più piena ammirazione; io non potrei sostenerlo- aggiungendo - Ma cosa ti dà il diritto di rivendicare alla Bibbia il monopolio della verità? Immagino che voglia semplicemente dire: credo perché credo31 . A proposito delle tesi di quegli, in fondo pochi, studiosi32 che hanno voluto a tutti i costi vedere nella psicoanalisi una componente riconducibile alla tradizione del pensiero mistico ebraico, Gay non solo mette in rilievo come ufficialmente l'ortodossia ebraica abbia in fondo sempre condannato Freud e le sue idee, ma dimostra esplicitamente che tali tesi, tirate per i capelli, non reggono ad una analisi scientifica rigorosa, perché «fu precisamente rifiutando il misticismo, invece di contrabbandarlo nelle sue teorie, che Freud aveva creato la sua scienza» (Gay, 1989, p. 130). Non si sa, ritornando a Weiss, fino a qual punto, a proposito del rapporto psicoanalisi-ebraismo, abbia condiviso le tesi dell'amico Tausk. È un fatto però che le successive esperienze fatte nella sua qualità di psicoanalista, prima a Trieste e poi a Roma, gli avrebbero permesso di constatare che la maggior parte delle persone che in veste diversa dimostrarono di interessarsi alle scoperte freudiane, in anni in cui era tut192
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