per princìpi e intenti siano ancora degni di dirsi tali, in un'altra lettera, scritta a breve distanza, sembra non aver perso del tutto la speranza che la psicoanalisi in qualche modo possa concorrere al miglioramento dell'umanità, speranza sempre perseguita anche da Federn, a cui continua ad indirizzarsi: Che Lei sia così depresso a causa delle condizioni esterne, mi dispiace terribilmente, ma non deve dimenticare quanto di meglio ci resta: Noi lavoriamo ad un'impresa che un giorno sarà di grande valore per l'umanità. Noi psicoanalisti cioè dobbiamo gettare le basi per una nuova civilizzazione e religione. È fatale che la conoscenza dell'umanità sia così legata alla religione, per cui se diventasse un anacronismo la coscienza andrebbe allo sfascio. Forse mi sbaglio ma la coscienza degli uomini in tal senso non si è ancora evoluta. In ogni caso sono fermamente convinto che la psicoanalisi debba creare per la coscienza una base, cosa che finora non ha ancora fatto. Essa si è sforzata di studiare la psicologia dell'inconscio, ma ha illuminato solo alcuni tratti che la riguardano, forse ha colto solamente alcuni aspetti di ciò che è la realtà psichica [...] Credo che oggi il nostro compito debba consistere nel poter contribuire in qualche modo alla nuova religione24 • Dalle parole di Weiss traspare malgrado tutto la convinzione che alla psicoanalisi spetti di rifondare i valori della civiltà umana. Una convinzione che traduceva aspirazioni condivise, come si è visto, da molti dei primi aderenti al movimento psicoanalitico. A parte l'aspetto personale di tale tensione etica che Weiss sentiva nella sua professione, un certo peso deve in tal senso senz'altro aver avuto per lui il fatto di essersi formato a Vienna in stretto contatto con il primo am189
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