Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

zienza nei confronti di Carl Gustav Jung per il bene della causa psicoanalitica, Freud osserva: [...] Non dimenticate che per voi è senz'altro più facile che per Jung adottare le mie opinioni; primo voi siete completamente indipendente; secondo perché affinità di razza vi avvicinano al mio temperamento intellettuale. Ricordatevi inoltre che Jung, cristiano e figlio di pastore, ha trovato la strada verso di me solo superando notevoli resistenze. La sua adesione ha quindi maggior valore. Direi anzi che il suo ingresso sulla scena della psicoanalisi ha allontanato il pericolo di vedere questa scienza diventare un affare nazionale ebraico21 • Dove da un lato risulta appunto la convinzione di Freud della maggiore facilità per gli ebrei di accostarsi alle concezioni psicoanalitiche; e dall'altro anche la sua comprensibile preoccupazione che la psicoanalisi non perdesse in universalità, se collegata troppo alle sue origini ebraiche. Su questo punto anzi egli si dimostrò sempre piuttosto intransigente, respingendo con determinazione la tesi che la psicoanalisi potesse essere semplicemente un prodotto dello spirito ebraico: La mia origine ebraica - preciserà Freud al suo analizzando SmileyBlanton- mi ha aiutato a sopportare le critiche, a essere isolato e a lavorare da solo. Tutto questo mi ha aiutato nella scoperta della psicoanalisi. Ma presentare la psicoanalisi stessa come un prodotto dello spirito ebraico, la considero un'assurdità. Nel suo valore scientifico essa non è né ebrea, né cattolica, né protestante (Blanton, 1975, p. 38). A questo proposito Gay, nel libro già citato, invita a riflettere che, quando si parla dell'ebraismo di Freud, non è in discussione la sua identità ebraica ma «che parte ab186

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