Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

occidentalizzatosi8 , Freud vive a Vienna gli anni della sua giovinezza in un momento particolarmente favorevole alla integrazione sociale degli ebrei. Erano gli anni tra il 1860 e il 1870, gli anni del Ministero Borghese rimpianti più tardi da Freud9 , nei quali sembrava che i liberali, basandosi su quegli stessi princìpi umanitari e universali a cui si richiamavano gli ebrei10 , sarebbero riusciti a eliminare ogni discriminazione, estendendo a tutti i diritti democratici. Per gli ebrei inurbati e di formazione culturale tedesca come Freud, si apriva apparentemente una prospettiva di integrazione completa, con la possibilità di accedere a tutte quelle sfere politiche, economiche e professionali, controllate fino allora a Vienna dal clericalismo politico e dalla aristocrazia. Abitando fino al 1882 nel quartiere di Leopoldstadt, dove stava la maggior parte degli ebrei immigrati recentemente dalle zone orientali dell'Impero, Freud sin dai primi anni di scuola ebbe modo di accorgersi dei pregiudizi che circondavano gli ebrei1 1 • Pregiudizi che un ebreo come lui, sempre refrattario agli aspetti dogmatici e rituali della religione, e che dell'ebraismo aveva mantenuto solo i dettami umanitari ed etici, doveva sentire come particolarmente ingiusti e pesanti: Anzitutto mi feriva- ammetterà Freud nella sua Autobiografia, rievocando gli anni universitaril'idea che per il fatto di essere ebreo dovessi sentirmi inferiore e straniero rispetto agli altri. Non accettavo assolutamente l'idea d'inferiorità. Non ho mai potuto capire perché avrei dovuto vergognarmi della mia origine, o, come già da allora si cominciava a dire, della mia razza. Rinunciai anche, senzagran rammarico, alla nazionalità, al senso di appartenenza ad una comunità nazionale che mi veniva negato. Pensavo, infatti, che un lavoratore instancabile, pur non appartenendo a nessun 179

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