Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

sulle nazioni in guerra. La sua risposta «au-dessus de la melée» era però piaciuta a Freud perché il giovane allievo aveva trovato nella comune origine ebraica l'elemento che annullava le contrapposizioni nazionalistiche e lo spirito di parte. Agli occhi del grande Maestro, Weiss, ton tale tipo di risposta, aveva dimostrato implicitamente di credere che era ancora possibile per degli europei intendersi e incontrarsi al di là delle parti, in nome della civiltà e della cultura. Era come se indirettamente avesse ribadito la propria adesione e fiducia in quei valori umanitari di tolleranza e universalità, particolarmente perseguiti all'interno della Mitteleuropa dagli ebrei occidentali, che avevano permesso ad ogni europeo prima della guerra, con la liberalizzazione delle frontiere e il diffondersi dell'internazionalismo culturale, di vivere come cittadino del mondo. Del resto una risposta molto simile l'aveva tanti anni prima data lo stesso Freud, quando a Parigi, interpellato a casa di Charcot a proposito delle tensioni esistenti tra Francia e Germania, aveva replicato al suo importuno interlocutore di non sentirsi né tedesco né austriaco, ma ebreo3 • Sarebbe abbastanza semplicistico però interpretare queste due risposte, date in situazioni similari, in cui si trattava di ribadire il proprio rifiuto a delle contrapposizioni politiche segnate da un esasperato spirito nazionalistico, come puramente difensive e diplomatiche. Inoltre affermando di sentirsi prima di tutto ebrei, tanto Freud che Weiss non intendevano certo rinnegare la propria appartenenza ad un paese. Se Freud infatti come ebreo austriaco si riteneva tedesco per formazione e cultura4, Weiss come ebreo triestino, anche se nato sotto l'Austria, si considerava italiano. Quale significato è da attribuire allora alla loro risposta? Pensare che Freud scelse di rispondere in tale maniera 177

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