Ragion per cui non sarebbe azzardato proporre il principio seguente: lo «spazio della mente» (Resnik), in quanto «geografia della fantasia inconscia» (Meltzer) popolata di oggetti e di relazioni oggettuali, prefigura e configura un aggregato tri-dimensionale che viene poi proiettato intrapsichicamente fin dove l'incontro con l'Altro, con lo spazio, col Padre-logos permette la sua trasposizione in prezioso oggetto di parola: il testo. La relazione fra oggetto interno ed oggetto verbale édito potrebbe essere quella di una proiezione ortogonale dello strato profondo sullo strato di superficie (gena-testo e feno-testo). Sarebbe in questo modo recuperata da una angolatura nuovissima la posizione di Wittgenstein a proposito degli «oggetti» (interni!) e degli stati del «mondo» (interno!) in rapporto alla funzione «raffigurativa» delle proposizioni (struttura verbale). Rileggiamo in questa ottica introflessa alcune schegge del Tractatus e resteremo abbacinati dalla loro congruenza col nostro discorso: La configurazione degli oggetti forma lo stato di cose[...] La totalità degli stati di cose sussistenti è il mondo[...] L'immagine rappresenta il suo oggetto dal di fuori [...] L'immagine ha in comune col raffigurato la forma logica della raffigurazione [...] La proposizione è il segno proposizionale nella sua relazione di proiezione al mondo[...] Noi usiamo il segno sensibile (fonema o grafema, etc.) della proposizione quale proiezione della situazione possibile35 • Se noi attribuiamo tutta la plasticità possibile alle nozioni kleiniane di «mondo interno» e di «relazione d'oggetto», e se pensiamo alle proposizioni di Wittgenstein come rimiranti non già la realtà esterna ma la realtà interna, non già i fenomeni e le strutture del mondo ma il mondo strutturato dei fenomeni interni, allora si potrà rileggere il Tractatus logico-philosophicus come la più ver172
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