Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

Has found out thy bed Of crimson joy; And his dark secret love Does thy life destroy14 • Di che cosa parla la poesia? Ad un primo livello, la poesia dice di un fiore invaso da un verme distruttore. Ad un secondo livello, essa può dire di una donna la cui beltà è minata da una malattia mortale. Perché si è potuti passare a questo secondo livello? Perché il poeta introduce un'antropomorfizzazione, sia nella connotazione («malata») sia nella forma dell'enunciato («Tu sei...»); la rosa è di genere femminile, la persona sarà quindi di genere femminile. Il fioremalato è identificabile come donna malata in virtù della formazione di una classe primaria (le cose belle ammalate) i cui membri diventano intercambiabili. In realtà, osserva Arieti, «il poeta non sostituisce realmente la rosa malata alla donna malata, ma nella rosa malata egli vede la donna malata. Nella schizofrenia, l'intercambiabilità o lo spostamento sono invece completi e non parziali»15 • Pur accettando questa importante distinzione di Arieti, personalmente ritengo invece che alla base della simbolizzazione poetica agisca proprio una equazione paleologica che corrisponde alle modalità più arcaiche di apprensione della realtà (interna ed esterna). Non pochi autori, del resto, parlano di nucleo psicotico (reversibile) che starebbe alla radice del processo creativo16 , operante appunto sotto forma di parificazione di due realtà differenti (A è B, A = B). Solo in un secondo momento, eventualmente, subentra il vero e proprio meccanismo di simbolizzazione: dove A era B, B sta ora al posto di A (differenziazione dell'oggetto e processo di rappresentazione). Oltre al richiamo del principio di Domarus, quel che mi pare interessante nella riflessione di Arieti è il riconoscimento che la struttura paleologica, nella sua continua oscillazione fra equazione ed equiva159

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==