Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

lo spazio della rappresentazione trasformandosi così in Informatore, per cui nessun Osservatore vero e proprio si dà più, e la voce narrativa non può altro che registrare, secondo il formulario dell'informazione riportata, l'emissione da un solo polo. È il caso, sempre dalla Chartreuse, della rocambolesca evasione di Fabrizio dalla Torre Farnese, il cui racconto è tutto delegato - entro una prospettiva di récit alla terza persona e ormai leggendario - alla voce del protagonista. Le reazioni dialogiche della voce narrativa sprovvista di Osservatore si limitano, appunto, a designazioni di posizione locutiva: «il dit», «il raconta», «d'après ce qu'il dit», ecc., includendo designazioni del locutore popolare (la «voce» anonima della leggenda): «Quelques voix prétendaient [...], d'autres disaient», ecc. Faccio adesso un esempio di sospensione comunicativa (o ritardo comunicativo) fra Osservatore e Informatore, rispettivamente depositari di un codice percettivo e di un codice semantico. Gli esempi in proposito sarebbero innumerevoli. Quello che scelgo si riferisce ancora al1'episodio della battaglia di Waterloo: Fabrice vit, à vingt pas en avant, une terre labourée qui était remuée d'une façon singulière. Le fond des sillons était plein d'eau, et la terre fort humide, qui formait la crete de ces sillons, volait en petits fragments noirs lancés à trois ou quatre pieds de haut. Fine della citazione. Il codice qui, ovviamente, è quello percettivo dell'Osservatore, non saturato dal codice semantico dell'Informatore. La comunicazione quindi è sospesa e il contatto non ha luogo. Esso ha luogo in un secondo tempo, quando il codice semantico perviene ad essere decifrato: «Notre héros comprit que c'étaient des boules qui faisaient voler la terre de toutes parts» (sottoli137

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