coscienza del narratore-protagonista). In questo caso, ci troviamo di fronte a un universo di discorso totalmente débrayé e cioè in situazione disgiuntiva nei riguardi del Soggetto che lo gestisce. Ma una volta varcata la soglia del Temps retrouvé, la situazione si capovolge, in quanto il Soggetto del discorso finisce per scoprire, dalla parte del polo della realtà, e cioè dalla parte dell'Informatore (diciamo, «du c6té du réel»), le «essenze» delle cose e degli esseri e, dalla parte dell'Osservatore, e cioè dalla parte di Marcel, quella memoria non intellettuale ma vitale che se ne fa depositaria e custode. I due poli, qui, si sovrappongono, e il volume dell'esperire molteplice e interminabile si chiude per sempre. È la posizione del realismo assoluto, o del sapere assoluto. Si danno poi due situazioni, per così dire, asimmetriche. E cioè: 3. una situazione che vede l'Informatore in posizione di congiunzione rispetto al Soggetto enunciante, mentre l'Osservatore è in posizione di disgiunzione. Tale situazione implica una visione di tipo «oggettivo», ove la realtà si dà come univocamente posta (polo dell'Informatore) mentre il Soggetto che ne fa l'esperienza (polo dell'Osservatore) è in situazione di eterogeneità, o di diffrazione, o di assenza di stati (percettivi o mentali). Si pensi, in proposito, agli esperimenti dell'«école du regard», e in particolare a Robbe-Grillet, ove il sapere d'oggetto (l'Informatore) tende a occupare l'intero orizzonte dell'esperienza, mentre al Soggetto che registra e osserva (l'Osservatore, appunto) è ascritta una posizione di «retrait», o di totale passività (almeno in diritto, se non nel fatto); e 4. una situazione ove è invece l'Informatore - eterogeneo e plurale - che è in posizione di disgiunzione rispetto al Soggetto enunciante mentre l'Osservatore - unario e uniforme - si trova in posizione di congiunzione. Tale situazione comporta una visione che possiamo definire di tipo solipsistico, o egotistico. Si può pensare, in 123
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