Ma il «plaisir particulier», «irraisonné», le impressioni (un riflesso di sole, la linea di un tetto, la sfumatura di una pietra...), che pure sembrano da un lato escludere definitivamente ogni speranza di diventare un giorno uno scrittore, un poeta, giacché «elles étaient toujours liées à un objet particulier dépourvu de valeur intellectuelle et ne se rapportant à aucune vérité abstraite», indicano dall'altro qualcosa di diverso dalla semplice possibilità, ristretta, di un talento. Siamo indirizzati a una potenza che investe non le cose, almeno non soltanto le cose, e l'essere capaci di operare con esse, ma il soggetto nella sua radice. Si tratta ancora di un saperci fare, però non mirato ad alcun oggetto o techne: un saper fare con la forma (col dare forma) - dove si istituisce, si costruisce, proprio nel senso che ha in analisi, il soggetto. È quanto si avvicina di più, per il momento, al concetto di «genio». Restando da capire, e da definire, beninteso nell'ambito del libro che è la Recherche, quel che di più preciso stia dietro tale termine, «genio», che sembra un criptonimo, un nome-che-nasconde. Appena di qua dalla soglia del romanzo, la figura di Marce! rappresenta un imbarazzo per il lettore. L'imbarazzo si può condensare nella domanda: che cosa trasforma il jeune homme sans talent degli inizi, nell'uomo senza età, affondato nel tempo, che nel finale del Temps retrouvé ha coscienza del proprio genio e si prepara con lo stesso gesto a scrivere la propria opera e la propria vita a ritroso? e secondo quali modalità? Il lavoro di decrittazione parte intanto da qualche rilievo sull'aneddoto narrativo che articola la Recherche. La cui storia, secondo una semplificazione accettabile, sarebbe la «storia di una vocazione». Genette sottolinea che il soggetto è «Marcel devient écrivain», e non «Marcel écrivain». Romanzo di formazione o di sviluppo (Entwicklungs111
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