Alonzo esegue nel circo, lanciatore di coltelli con il piede, un numero «che sfida la morte» assistito da Nanon, figlia del proprietario, da lui appassionatamente amata. Anche Malebar, il Magnifico, ama Nanon, dall'alto della splendida possente corporatura, ma Nanon sembra gradire solo le attenzioni di Alonzo: «Io odio le mani degli uomini che vogliono sempre toccarti», dice abbracciandogli il torace senza braccia. «Non sopporto le braccia degli uomini». E così Alonzo, cui Malebar ha appena salvato la vita, sembra ricambiargli il piacere, dinanzi alla sua dichiarazione di amore per Nanon, suggerendogli di stringerla tra le sue possenti braccia. Malebar accetta il consiglio e viene respinto con orrore da Nanon. Ma le braccia cui Alonzo ha rinunciato sono in realtà coperte per un motivo losco: in ogni paese il circo lascia dietro di sé un cadavere e Alonzo ha un motivo per nascondere le braccia: una mano con due pollici lo denuncerebbe fatalmente come l'assassino. Questa mano è vista nel buio da Nanon la notte che il padre viene ucciso. La mano dai due pollici, i due gemelli, la ipsilon dello sperma, non potrebbe più in nessun modo essere perdonata, come forse l'esistenza delle braccia, nella rivelazione di una notte di nozze. La «forma estrema dell'amore» che Alonzo sceglie, quella di cercare un chirurgo che gli tagli effettivamente le braccia, coincide in questo caso con un doppio sanguinario inganno. Ma quando Alonzo ritorna, ora veramente uomo senzabraccia, «sei stato malato? sembri dimagrito», «No, ho solo perduto un po' di carne», si trova di fronte alle nozze alfine combinate tra Nanon e Malebar, il Magnifico. «Vedi? Ora le sue braccia non mi fanno più paura. Ora le amo e posso farmi stringere da loro». 78
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