Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

zioni cinestesiche e vestibolari, contatto che implica il fantasma di una pelle comune; b) il tocco della mano che sostiene il corpo del lattante e al quale tende a ridursi in seguito il contatto quando il bambino acquista la padronanza dei gesti per indicare o prendere gli oggetti e quando, attraverso l'educazione, il contatto pelle a pelle, considerato troppo infantile o troppo erogeno o troppo brutale, viene limitato a manifestazioni di tenerezza o di forza muscolare che vanno controllateis_ Ci sarebbero insomma due proibizioni, una relativa al contatto globale e l'altra relativa al contatto con le mani. La prima proibizione trasporterebbe sul piano psichico ciò che, a livello fisico, è avvenuto alla nascita; essa imporrebbe all'essere vivente sulla via di divenire un individuo, un'esistenza separata. Si opporrebbe specificamente alla pulsione di attaccamento. La seconda proibizione riguarderebbe un livello più evoluto e, per quanto riguarda le pulsioni, quella di impossessamento. A noi sembra che l'esperienza del solletico assuma, alla luce di queste riflessioni, una luce particolare. Il solletico potrebbe essere considerato non già come un'esperienza che si pone in opposizione alle proibizioni ora ricordate. Esistono variazioni del significato dell'esperienza a seconda delle età e si può anche pensare che, originariamente, il solletico sia costituito da un'esperienza fusionale primaria piacevole; una delle tante forme di primissime separazioni potrebbe istituirsi sullo sfondo di questa esperienza fusionale. Il nucleo centrale, al di là di queste prime esperienze, potrebbe essere pensato comunque nel seguente modo: il solletico si situerebbe tra accettazione e trasgressione e le particolari stimolazioni cutanee che lo provocano e i giochi relazionali che l'accompagnano potrebbero evocare una antica esperienza di fusionalità, che, attraverso 236

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