temporanea. Guillaumin ha da poco recensito l'opera di Anzieu e ha sostenuto che molta parte della sua teorizzazione avrebbe a che fare con i problemi che la sua analisi personale con Lacan aveva lasciato irrisolti. La sua par-· ticolare attenzione alle caratteristiche del quadro analitico, teorizzato come contenuto psichico, dovrebbe essere messa in relazione, appunto, alla sua vicenda personale con Lacan. Noi non vogliamo affrontare il problema da questo angolo visuale; vogliamo rimanere a livello di considerazioni esclusivamente teoriche. La nostra conoscenza di Anzieu non ci permetterebbe del resto di ipotizzare relazioni tra la sua vicenda personale e la sua teorizzazione. Prima di entrare comunque in questo tipo di considerazione, vorremmo innanzitutto dire che la lettura delle opere di Anzieu si configura come un'esperienza di notevole interesse. Si avverte la presenza di uno psicoanalista, non prigioniero dei propri schemi mentali e che offre degli spaccati del suo lavoro tali da permettere di entrare in contatto con la sua autenticità analitica e, tramite questa, con il significato più profondo dell'esperienza analitica. Il fatto che il materiale clinico riportato riguardi casi clinici per i quali considerazioni relative all'Io-pelle sono state utili, potrebbe far pensare all'uso di uno schema teorico precostituito. La lettura dell'opera ci rivela invece con evidenza che non è la teoria già pensata a es-· sere all'origine delle interpretazioni fornite e rinforzanti la teoria stessa; si osserva che è il contatto con una particolare sfera di problemi a suscitare interpretazioni penetranti e successivamente costitutive della teoria proposta. Esiste uno scambiocontinuo tra osservazione e teoria. L'interpretazione non nasce soltanto dalla teoria cosciente costituita, ma dalla teoria inconscia che, lei stessa, aveva dato precedentemente origine alla teoria conscia preesistente. Non c'è timore, in Anzieu, di mostrare le origini inconsce del suo pensiero ed è forse questa sua 223
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