me se non avesse mai visto il paziente prima. Se sente di averlo visto, sta trattando il paziente sbagliato. Questa procedura è estremamente penetrante. Pertanto lo psicoanalista deve mirare ad una esclusione costante e stabile della memoria e del desiderio, e non sentirsi troppo disturbato se i risultati sembrano sulle prime allarmanti. Ci si abituerà, ed avrà la consolazione di costruire la propria tecnica psicoanalitica su una base ferma dell'intuizione dell'evoluzione e non sulle sabbie mobili di esperienze inconsistenti ricordate imperfettamente che danno rapidamente adito non all'esperienza ma al decadimento neurologicamente certo delle capacità mentali. La seduta in evoluzione è inconfondibile e l'intuirla non deteriora. Se gli si dà la possibilità, comincia presto e decade tardi. Quanto sopra è un breve resoconto distillato dall'aver messo in pratica i precetti consigliati. Ogni psicoanalista potrà elaborare le implicazioni teoriche da sé. Le sue interpretazioni dovrebbero aumentare di forza e di convincimento - sia per se stesso che per il paziente - perché esse derivano dall'esperienza con un individuo unico, e non da teorie generalizzate «ricordate» imperfettamente. Wilfred Rupert Bion ( trad. di Parthenop e Bion Talamo da «Ps y cho-analitic Forum», vol. II, n. 3, 1967) 221
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