re è l'impulso di «ricordare» quello che è stato detto o fatto, maggiore è il bisogno di opporvi resistenza. Questo impulso può presentarsi sotto la forma di un desiderio di ricordare qualcosa che è successa in quanto sembra che abbia precipitato una crisi emotiva: non si può permettere ad alcuna crisi di infrangere questa regola. Non si deve permettere agli eventi supposti di occupare la mente. Altrimenti non si potrà osservare l'evoluzione della seduta nell'unica occasione in cui la si può osservare - mentre avviene. 2. Desideri: lo psicoanalista può cominciare coll'evitare qualsiasi desiderio per la fine (che si sta avvicinando) della seduta (o della settimana o del trimestre). Non deve essere permessa la proliferazione di desideri rispetto a «cure», risultati e nemmeno comprensione. Si devono rispettare queste regole sempre, e non soltanto durante le sedute. Col passare del tempo, l'analista diverrà sempre più consapevole della pressione dei ricordi e dei desideri e più esperto nell'astenersene. Se si segue questa disciplina, sulle prime ci sarà un aumento di ansia nello psicoanalista, ma ciò non deve interferire con la preservazione delle regole. Si dovrebbe cominciare immediatamente questa procedura e non abbandonarla sotto qualsiasi pretesto. Cambierà la configurazione della psicoanalisi. Grosso modo, sembrerà che il paziente non si svilupperà lungo un lasso di tempo, ma ogni seduta sarà completa in sé. Si potrà misurare il «Progresso» dal maggior numero e dalla maggiore varietà di stati d'animo, di idee e di atteggiamenti visibili in una data seduta qualsiasi. Le sedute saranno meno ingombrate dalla ripetizione di materiale che avrebbe dovuto sparire, e di conseguenza si avrà un «tempo» più veloce di ogni seduta all'interno di ognuna di esse. Lo psicoanalista dovrebbe mirare a raggiungere uno stato mentale tale da sentire che ad ogni seduta avverta co220
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