Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

tore» più torsioni contemporanee? Domande che mi sembrano tanto più necessarie in quanto L'interpretazione dei sogni è il primo libro di Sigmund Freud, dato che gli Studi sull'isteria sono stati scritti in collaborazione con Josef Breuer. L'interpretazione dei sogni apre la via specifica della psicoanalisi, quella in cui Freud si formà (nel senso del termine tedesco Bildung) e in cui diviene autore, cioè qualcuno che è capace di rileggere il proprio testo, di cogliere ciò che per lui rappresenta, di sviscerarne (nella Prefazione alla seconda edizione) un «altro significato soggettivo»; questo libro è una parte della mia «autoanalisi», dice a modo suo, «la mia reazione alla morte di mio padre». Come autore, io mi approprio di quel che ho fatto afferrando solo dopo, a cose fatte, il senso e la portata del mio lavoro, così che esso unicamente in questo modo mi appartiene veramente. L'autore è quel soggetto capace di punteggiare il suo proprio cammino con i suoi propri mezzi, di farne il racconto (anche a titolo parziale), di mostrare da dove procedono la sua attività di scrittura e le sue preoccupazioni: un essere che tratteggia continuamente, come un doppio necessario alla sua elaborazione, il suo romanzo di formazione. Occupandosi di un testo letterario che ha una certa affinità con ciò che ha già scoperto, la Gradiva di Jensen, Freud, in questa, occasione, tiene a precisare la posizione che egli occupa nell'operazione, il posto che gli spetta. La scienza e la maggior parte delle persone colte sorridono quando si propone loro d'interpretare i sogni. Solo il popolo, legato alle superstizioni, perseverando in credenze tramandate dai tempi antichi, non vuol rinunciare all'interpretazione dei sogni; e l'autore dell'Interpretazione dei sogni, nonostante la protesta della scienza più severa, non 209

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