L'autore e i suoi doppi Un auteur digne de ce nom vit dans un perpétuel affleurement. Une masse énorme, (et non pas seulement des pensées): des mondes veulent à chaque instant passer par la pointe de sa plume. C'est un océan qui doit, qui veut s'écouler par la pointe. Péguy In questi appunti sviluppo una specie di finzione che si propone di generalizzare, per quanto è possibile, l'argomento. Parlando dell'autore, penso a Freud - che nomino d'altronde testualmente - in quanto è a un tempo, o forse volta a volta, Autor, Verfasser, Urheber, e senza dubbio anche, per noi suoi lettori, Dichter. Egli è l'autore, l'ideatore, l'artigiano e lo scrittore di quella scoperta chiamata, con un termine che è suo, Psicoanalisi. Freud è per me una sorta di figura fragile che inventa stratagemmi pur di titolarsi «autore», che continuamente si situa in rapporto ad altri autori (in particolare scrittori), ai quali non può non richiamarsi indicando così i propri prestiti e i propri debiti. Ciò rileva evidentemente di un'etica (quindi, si direbbe, di una certa ospitalità) ed è possibile formularlo anche in termini di «politica» e di «economia». In questa prospettiva si legga, nei Dibattiti della Società psicoanalitica di Vienna , il riassunto del dibattito (datato 5 febbraio 1908) imperniato sul «comunismo intellettuale» e sulla proprietà delle idee, indice di un problema in certo modo inevitabile, ma che tuttavia viene menzionato molto raramente. Nel 1922 Freud scrive ad Arthur Schnitzler: 203
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