na e l'irrompere delle allucinazioni trova una parziale ricomposizione in un delirio incentrato sulla lotta tra il Bene e il Male. Dalla parte del Male non c'è solo Lucifero (angelo anche lui); ma è in particolare Dio, nella stessa posizione di possessore di anime e corpi, a dare del «verme» ad Angela a causa di certi peccati sessuali. Così facendo, mi confessa, «Dio ha rotto la mia innocenza». La pesantezza di queste accuse insensate l'aveva costretta a denudarsi durante i ricoveri: così, almeno, esse potevano retroattivamente avere una qualche ragione d'essere. La Madonna, invece, dalla parte del Bene, ha una funzione essenziale nella sua vita. In una delle prime crisi, all'alba, Angela si precipita dal prete del suo paese per far benedire una statuetta della Madonna appartenente alla nonna; trent'anni prima la statuetta era stata colpita da un fulmine penetrato nella camera della nonna dove dormiva, bambina, la sorella maggiore (Angela non era ancora nata) che restò così incolume. Anche in un sogno che, nel racconto che me ne fa, assume un sapore suggestivamente pittorico la Madonna rivela la sua portata «terapeutica»: nell'oscurità un demone guida una carrozza vuota, mentre sullo sfondo appare la Madonna col Bambino. L' cpi 1 :inia dell'unica, tra le madri, a non aver perduto la verginità, basta affinché il demonio (associabile al fulmine tramite l'idea del fuoco, fulmine penetrato nella casa, e, in virtù di questa mediazione del penetrare, come vedremo, al padre) non si porti più via nessuno nella sua tetra carrozza. Se, ancora, noi seguiamo la catena associativa legata alla etimologia che Angela riscopre nella scomposizione del suo nome, a un tempo angelo e serpente (Angela è un nome simile nel contenuto semantico a quello reale), arriviamo al serpente schiacciato da Maria, ai vermi presenti nelle mele marce che un nonno portava ai bambini, al taglio dell'appendice, a un fratello morto appena nato e da qui alle domande inevase rivolte alla madre sulla nascita dei bambini e su ciò che esce dal cor226
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