della parola «caso»: circostanza imprevedibile, sorte, ogni soggetto malato che cade sotto controllo medico, il cadere a terra, la buona o mala occasione, l'essere immolato. Il termine «clinico» evoca qui un'osservazione del malato presso un letto che coincide con l'istituzione psichiatrica, contenitore che dà luogo all'incontro non contemplando però in sé il momento della separazione. Essendo l'istituzione definita da una perpetua elargizione di prestazioni, l'operazione di allentamento o scioglimento del legame resta compito dei soggetti in questione. Il legame da sciogliere è, prima che tra paziente e curante, quello di ambedue con l'istituzione; dal punto di vista dell'identificazione con essa in quanto Altro salvifico, per il terapeuta la dimissione del paziente coincide probabilmente anche con un processo di separazione di sé dall'istituzione. Storia clinica Quando Angela viene accompagnata alla struttura intermedia in cui lavoro la sua vicenda psichiatrica è già appesantita da quattro ricoveri ospedalieri; ora minaccia spesso di suicidarsi, non regge più la vita in famiglia col padre e la madre, e si fanno incalzanti le allucinazioni uditive a sfondo sessuale in cui è, tra gli altri, uno psicologo a tormentarla con frasi scurrili. Pare che il primo episodio dissociativo si sia verificato mentre assisteva la nonna paterna morente di cancro. Mi dice innanzitutto che non può accettare alcun programma di cura perché deve darsi in pasto ai leoni dello zoo: rinvengo già qui il caso come essere immolati e, in riferimento al male della nonna, la cui prossima scomparsa apre uno squarcio nella sua esistenza, il caso è la circostanza imprev;dibile. Il vuoto di senso che si fa strada con la morte della non225
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