La madre è al settimo mese di gravidanza. Parla molto velocemente, dice che sia lei che il marito sono abbastanza ferrati in materia di psicologia infantile, che non picchiano mai il bambino, lo allevano in un'atmosfera d'amore, non lo costringono a mangiare e non rimarcano la sua balbuzie, che non ci sono insomma effetti dannosi nei loro metodi educativi. Dietro alle sue parole avverto tuttavia dell'ansia. La madre non ha ancora parlato a Gabriel della sua gravidanza avanzata perché il bambino «non glielo ha ancora chiesto». B) LA TERAPIA. Alla prima seduta Gabriel era palesemente impaurito, piangeva e non voleva entrare· nella mia stanza, neanche accompagnato dalla madre. Dissi allora che se ne andassero pure a casa e che ritornassero solo quando Gabriel stesso lo avesse voluto. Pochi minuti più tardi entrarono. Dissi alla madre che noi due avremmo parlato senza occuparci del bambino. Per un po' Gabriel stette tranquillo sulle ginocchia della madre, poi scese e cominciò a guardarsi intorno. Dopo qualche minuto gli offrii di giocare con la plastilina e mi misi a fare dei serpenti. Feci un serpente grande e uno piccolo, quindi presi quello piccolo e lo mossi incontro all'altro dicendo: «Ciao serpentone, vieni a giocare con me?». Il bambino prese il serpente grande, che rabbiosamente, «con un sol morso staccò la testa al serpente piccolo». Quindi, rapidamente e con notevole destrezza, Gabriel fece una serie di piccoli serpenti, commentando l'operazione con un farfuglio spastico. Il serpente grande «addentò» anche le loro teste. La madre e io avvertimmo che il bambino aveva comunicato qualcosa di importante. La seconda volta Gabriel venne accompagnato dal padre. Costui cercava di parlare in continuazione per rompere il silenzio e, al di là delle apparenze, percepii chiara . mente in lui una forte ansia. Parlava con suo figlio da uomo a uomo come a volerne sottolineare l'intelligenza. Mi 214
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