La terapia della balbuzie I metodi tradizionalmente usati per curare la balbuzie sono la diversione, il rilassamento e l'impatto suggestivo. Per eliminare il sintomo il metodo più comune è la diversione, che opera per mezzo di esercizi particolari come movimenti ritmici delle braccia e camminare a passo ritmato, o la proposizione di modelli di apprendimento verbale (Bloodstein 1969). In contr;::i.sto con la terapia sintomatica, Coriat e Brill negli anni venti e più tardi Glauber e Travis (1947) tentarono di usare l'analisi con adulti balbuzienti (Bloodstein 1969). La ricerca prese un nuovo indirizzo negli anni trenta, quando alcuni ricercatori della Clinica del Linguaggio dell'Università dello Iowa (Bloodstein 1969) proposero di spezzare il circolo vizioso che provoca la formazione dello spasmo. Secondo costoro è la paura di balbettare che alimenta la balbuzie, per cui, se la paura diminuisce, la qualità dell'eloquio migliora. La concezione di questa scuola si discosta da quella tradizionale per cui bisogna dire al paziente: «Non balbettare! Muovi le braccia! Parla come ti pare, ma non balbettare!». Il gruppo dello Iowa sostiene invece che bisogna dire: «Balbetta pure, ma fallo senza timore e senza inibizioni, nel modo più naturale possibile». Qui entra in gioco il meccanismo di interazione delle forze psichiche descritto da Hermann, secondo il quale l'energia psichica di impulsi repressi tende sempre ad aumentare. Il che, in altre parole, significa anche che il tentativo di reprimere un impulso non fa altro che rinforzarlo. Hermann cita Montaigne: «Quello che facciamo senza sforzo, in modo naturale, non possiamo mai farlo per forza, a comando» (Hermann 1959). È generalmente accettato il fatto che il balbettio dei bambini piccoli non dovrebbe mai essere sottolineato né 207
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