Il piccolo Hans - anno XVII - n. 67 - autunno 1990

bino come se egli facesse ancora parte del suo corpo, cioè come se fosse· un oggetto autosensuale. E lo fa per tirare avanti nonostante la depressione e la mancanza di fiducia in se stessa. Tutto questo può accadere sia quando il bambino è ancora dentro il ventre, sia dopo la nascita. È la madre che teme il «buco nero» del riconoscere che il bambino è separato da lei. Quando, per varie ragioni, sarà il bambino a dover sperimentare la propria separatezza dalla madre, questa non riuscirà a «contenere» gli stati d'allarme del figlio proprio perché coincidono troppo con i propri stati d'allarme. Il bambino d'altra parte, non ha bisogno di essere sostenuto solo durante gli stati di allarme: anche gli stati di eccitamento gioioso e incontrollabile costituiscono una minaccia. Il padre di una bambina autistica ha dichiarato che la piccola non tollerava gli stati che egli definiva di «estasi»23 . Per controllarli il bambino/ la bambi:na ricorrono a oggetti autosensuali patologici. Rimland24 e altri operatori hanno trovato che le madri di bambini autistici presentano nella loro tipologia caratteristiche ciclotimiche. Quando i bambini escono 4al loro autismo, sono marcatissime le oscillazioni di umore. Inoltre De Astis ha constatato che le madri di questi bambini sono invariabilmente fobiche (comunicazione personale). L'autismo ha a che fare con una massiccia fobia che si estende su tutto. Sembra dunque esserci molto in comune tra la psicopatologia della madre e del figlio. Tuttavia, molte madri relativamente nella norma, presentano fobie e os�illazi�:mi di ti.po ciclotimico che possono sfociare in forme depressive di fronte ad eventi scatenanti, senza che i loro figli diventino autistici. Sono convinta che ci sia qualcosa nella natura del bambino che lo predispone all'autismo. Per questo mì è parso fruttuoso indagare sul contributo che il bambino porta al proprio disturbo invece di concentrarmi su quello recato dalla madre. Possiamo pensa223

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