stituto di neuropsichiatria infantile della Università di Roma. Essi hanno condotto un'analisi statistica dei risultati ottenuti in 39 bambini psicotici seguiti in terapia psicoanalitica in un reparto dell'Istituto specializzato appunto nel trattamento di barribini di questo tipo e sono arrivati a conclusioni eccezionali e confortanti. Poco oltre, nello scritto su Dick, la Klein di nuovo anticipa Kanner: ... ho ragione di credere che... il suo non è un caso isolato, perché sono venuta recentemente a conoscenza di disturbi analoghi in due bambini pressappoco dell'età di Dick. Quindi, sono incline a supporre che riconosceremmo un maggior numero di casi di questo tipo se osservassimo con un occhio più penetrante. Che peccato che «l'occhio penetrante» della Klein non abbia avuto l'opportunità di focalizzarsi su un numero maggiore di bambini autistici! Avrebbe potuto allargare le sue teorie e così evitare che sorgessero alcune sfortunate controversie. Invece interpretò il materiale clinico di Dick secondo le teorie che aveva formulato durante il suo lavoro con altre patologie. La Klein lo afferma del tutto francamente quando scrive: Vorrei sottolineare il fatto che nel caso di .Dick ho apportato alcune modifiche alla mia tecnica consueta. In generale, non interpreto il materiale finché esso non abbia trovato espressione in numerose e diverse rappresentazioni. In questo caso però, dove la capacità di rappresentare era quasi completamente assente e le rappresentazioni nel materiale di Dick erano così vaghe, mi sono trovata costretta a interpretare sulla base delle mie conoscenze generali. Perciò, le sue interpretazioni, negli stadi iniziali dell'analisi di Dick, sembrano più idonee ai bambini schizofre208
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