I tre Saki si limita a suggerire tra le righe questa immagine del rapporto tra i sessi, Garnett la sviluppa fino alle estreme conseguenze. Soltanto le regole consolidate di un rigido contesto sociale (in questo caso il matrimonio dell'epoca vittoriana) consentono all'uomo di tenere a bada quel bizzarro animale che è la donna. Il tè delle cinque, la partita a carte, la lettura e la musica sono altrettante gabbie dietro cui ripararsi. Le abitudini di una vita matrimoniale scandita da passaggi obbligati e immutabili (come l'osservazione, ripetuta ogni giorno, sulla «tenue luce religiosa del pomeriggio») impediscono a Egbert di capire come stanno realmente le cose. Sua moglie, chiusa secondo lui in un silenzio astioso che fa prevedere di lì a poco lo scoppio di una lite, è in realtà morta da tre ore. Ma Egbert continua a parlarle, alternando i toni suadenti a quelli rassegnati, senza minimamente sospettare ciò che è accaduto. Con la stessa determinazione il signor Tebrick dichiara alla volpe, ormai del tutto inselvatichita, il suo impegno a non abbandonarla mai. Neanche nelle situazioni più strane. Ad esempio, quando i cuccioli della volpe sono abbastanza cresciuti da poterli distinguere uno dall'altro, il signor Tebrick decide che è il momento di battezzarli: «Arrivò un giorno portando una bacinella d'acqua per questo scopo. Li spruzzò come in un battesimo e disse loro che era il loro padrino. Dette a ciascuno un nome, chiamandoli Sorel, Kasper, Selwyn, Esther e Angelica»11 • I cani di casa, invece, non mostrano la stessa indifferenza verso il nuovo aspetto di volpe della signora Tebrick. Ai loro occhi, la volpe non è altro che un selvatico intruso contro cui abbaiare e ringhiare. Per farli tacere, il signor Tebrick è costretto a ucciderli a fucilate. La situazione ci è familiare: così infatti nella letteratu210
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==