tenuta anti-Barone Rosso «Con poche ossa precarie e qualche ciuffo di peli sulla schiena[...] cuffia di cuoio[...] e occhialoni da aviere[...] per lunghi viaggi transoceanici», cfr. p. 173) l'autore sembra aver letto le Sturmtruppen di Bonvi o Mordillo. Le tirate del protagonista, costruite su giochi di parole, ricordano quelle di qualche personaggio del «Drive in», o le freddure dello stesso Klobas presenti, talvolta, sul «Cavallo di Troia» (dove «i negri sono un'illusione ottica»; nel romanzo «teppisti negri... nella notte, nero su nero, tracce nessuna», cfr. p. 36). Il testo gioca sull'incastro di tante frasi fatte; qualche verbo ne regge provocatoriamente una sfilza: «togliere la polvere dai mobili, la terra dalle scarpe, lo sporco dai pavimenti, le castagne dal fuoco» (cfr. p. 57) e l'effetto è esaltato dall'inserto di brani "seri", come quelli ritagliati dal manuale di geografia: «clima mite, mediterraneo, [...] terreni aridi, privi di vegetazione, larghe porzioni di deserti senz'acqua, [...], steppe sterminate attraversate da venti rabbiosi, lande desolate che fanno impazzire, terre nuove da scoprire e rendere fertili grazie a complessi sistemi idraulici di non facile progettazione (in seguito potrebbero essere perfezionati e, forse, anche semplificati)» (cfr. p. 38) ; «la verde e amata padania, mite e ospitale, con infinite risorse naturali, in gran parte sfruttate però» (cfr. p. 55); «Mi dirigo verso il clima nordico, secco asciutto e ventilato» (cfr. p. 157). Klobas sembra congegnare i discorsi più impegnati per il gusto di sbeffeggiarli nelle battute finali, per catturare 226
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==