Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

cologici, cit., p. 453. 14 C.G. Jung, op. cit., p. 454. 15 Si veda della Jacobi La psicologia di C.G. Jung, Torino, Einaudi, 1949. Ma il problema della paternità di tale concetto è in realtà molto complesso: Jung fa derivare ad esempio il termine archetipo in Istinto e inconscio dal Corpus hermeticus, un insieme di testi di caratteremisterioso e gnostico (Discorsi di Ermete Trismegisto: Corpo ermetico e Asclepio, Torino, Boringhieri, 1965). 16 C.G. Jung, The Structure and Dynamics of the Psyche, cit., par. 406, p. 206. 17 Si potrebbe infatti fare un parallelo con la concezione plotiniana dello Spirito come datar formarum. Si veda, Plotino, Ennea,­ di, Bari, Laterza, 1949, in particolare la V, 9 (5). Il parallelo, e le relazioni istituite da Jung, con il pensiero neoplatonico non debbono però far pensare ad una abdicazione della sua ricerca di fronte alle difficoltà scientifiche, ma ad una più complessa e problematica apertura verso zone di pensiero fondamentali per la definizione di una universale fenomenologia dell'inconscio. 18 Si vedano, a questo proposito, Jung, Anima e morte - Sul rinascere, Torino, Boringhieri, 1978; il monumentale Mysterium Coniuctionis e Aion: Contribuzions to the Symbolism of the Self, contenuti in Collected Works. 19 Per lo sviluppo di questo tema, si veda quanto scrive lo stesso Jung, in collaborazione con K. Kerényi in Prolegomeni allo studio scientifico della mitologia, Torino, Einaudi, 1948. 20 Riguardo al problema sollevato alla nota 15, Jung precisa che il termine "archetipo" «...occurs as early as Philo Judaeus with reference to the Imago Dei... in De Opificio Mundi» (Archetypes and the Collective Unconscious, cit., p. 42). 21 «Benché mi abbiano spesso chiamato filosofo, io sopo un empirista e mi attengo al punto di vista fenomenologico. E mia opinione che riflettere su valori che vadano oltre quelli di una semplice raccolta e classificazione di esperienze non significhi affatto urtare contro i principi dell'empirismo scientifico». C.G. Jung, Psicologia e religione, Milano, Edizioni di Comunità, 1979, p. 7. 22 Lo stesso Jung parla di «patterns of behaviour» nell'omonimo saggio contenuto in Theory of Personality: Primary Sources and Research, (a cura di Gardner Lyndzey & Calvin S. Hall), New York, London, Sidney, J. Wiley & Sons, 1965. 23 C.G. Jung, Psicogenesi delle malattie mentali, in Opere, cit., pp. 276-277. 24 . «L'istinto della formica, nel momento in cui la spinge a tagliare la foglia e trasportarla, segue l'immagine di formica, albero, foglia, tagliare, trasportare... Se manca una qualunque di queste condizioni, l'istinto non funziona non potendo esistere senza il suo schema completo... La stessa cosa vale per l'uomo; egli ha in sé tipi istintivi a priori che gli offrono schemi e forme di attività nella mi212

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