creatività, così come esso fu messo a fuoco da Jung94 che operò una netta svalutazione dell'autore in quanto soggetto storico-individuale95 • L'autore è un prodotto dei bisogni della collettività: una specie di elemento con funzione ordinatrice all'interno delle produzioni inconsce sociali, che restano quasi interamente indipendenti dalla sua vicenda di uomo96 . Sia in Frye che in Jung c'è perciò una decisiva svalutazione del concetto freudiano di "sublimazione", e si pone invece un forte accento sulla necessità della funzione creativa nel processo di formazione dei modelli del sapere e della cultura: il senso di un'opera d'arte dipenderà sempre dal consenso, determinato da un orizzonte di attese. L'originalità di un'opera d'arte è un dato inesistente ormai, geneticamente possibile solo alle origini della letteratura: l'essenza dell'originalità, la sua funzione rimane allora solo quella di una mediazione eliotiana tra passato e futuro. L'opera d'arte in quanto prodotto delle facoltà fanta- . stiche dell'uomo, media tra un momento iniziale e uno finale, tra natura e cultura. In questo modo essa fa la storia ed è al centro della nostra capacità di comprendere la continuità e la tradizione97 • Tradizione intesa sia come eredità culturale, trasmissione da una generazione all'altra di materiali, credenze, tecniche, sia appunto come storia, come legame con passato fondante il presente e il futuro98 • Analizzando i concetti di convenzione e di contenuto impersonale Frye ha spiegato l'autonomia della letteratura in modo radicale, e definendo le figure archetipe come unità di comunicazione, come «grappoli associativi»99 simbolici ha chiarito inoltre, una volta per tutte, il carattere del complesso immaginativo dell'uomo. Baldo Meo 210
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