amava sentirgli cantare. Torniamo al monologo sul mare e la luna. Giunto al «letto di morte, con candele spettrali», Dedalus ripete mentalmente una frase dell'introito della messa per i defunti: Omnis caro ad te veniet, «Tutta la carne viene a te» (Salmi 65, 2). E subito dopo, conseguentemente: «Viene pallido vampiro», ecc. Mi è chiaro, ora, che il vampiro di cui si va parlando è la madre; o almeno che l'immagine del vampiro e quella della madre si sovrappongono. 2. Il paragrafo successivo: Ecco. Le dispiace fissarlo subito con uno spillo? Le mie tavolette. Bocca al suo bacio. No. Ce ne vogliono due. lncòllale a modo. Bocca al bacio della sua bocca. Here. Put a pin in that chap, will you? My tablets. Mouth to her kiss. No. Must be two of em. Glue 'em well. Mouth to her mouth's kiss. «Le mie tavolette» sono quelle che Amleto (1, 5) domanda per annotare ciò che lo spettro del padre gli ha rivelato. La stessa citazione compare nel terzo capitolo del Dracula di Bram Stoker2. Jonathan Harker, prigioniero nel castello del vampiro, sopraffatto dall'orrore, «per trovar quiete» si «aggrappa» a un diario (che il lettore sta leggendo). «Fino a questo momento», annota, «non avevo capito appieno quel che intendeva Shakespeare quando fa dire ad Amleto: "Le mie tavolette, presto le mie tavolette ecc. ». Anche Dedalus vuole scrivere e strappa un pezzetto di carta da una lettera che, nel secondo episodio, Mr Deasy gli ha pregato di portare al giornale. Amleto chiede le tavolette dopo aver visto lo spettro del padre, Jonathan Harker dopo aver compreso che il suo ospite è Dracula il vampiro, Dedalus dopo la visione del vampiro che è lo spettro della madre. 223
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