Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

l'organizzazione del narrato. Narrare secondo questa prospettiva vuol dire dare ai fatti la possibilità di rifarsi, ed è altra cosa dal procedere narrativo onnisciente o onnipotente (in cui si può riconoscere il raccontare, che è piuttosto un sottrarre parole ai fatti, uno stare in luogo dei fatti). Nell'ultima produzione beckettiana, i fatti (gravosa eredità delle innominabili percezioni in diretta) diventano faccende. Esemplare (perché un esempio ci occorre per concludere) è il procedere narrativo di WorstwardHo (1983). Qui la parola ha finalmente acquistato quella leggerezza che si deve all'armonia, vale a dire ad una regolata immissione di vuoto. Il testo si affolla di una matassa di preposizioni, districate in qualche modo e individualizzate dal punto fermo, che vagano quasi alla ricerca del lessema verbale in virtù del quale diventano predicato; parimenti, le modificazioni avverbiali dilatano all'inverosimile un procedere narrativo che fa volentieri a meno della predicazione. Paradossalmente, altrettanta parsimonia si nota nell'uso degli stessi sostantivi, quando apparsi, del resto, velocemente sostituiti da pronomi: siamo al di là anche dello stesso stile nominale. Non è questa la sede per soffermarsi sul valore emblematico di questa prosa vibrante14; varrà solo la pena di segnalare che le poche immagini che derivano da questo "progresso peggiorativo" non possono che assoggettarsi ad un processo di condensazione, ove nulla può essere aggiunto («Add? Never»), denudante l'unica, generalissima . ma soggettiva forza propellente: Longing the so-said mind long lost to longing. The so-missaid. So far so-missaid. Dint of long longing lost to longing. Long vain longing. And longing still. Faintly longing still. Faintly vainly longing still. For fainter still. For faintest. Faintly vainly longing for the least of longing. Unlessenable least of longing. Unstillable vain least 217

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