l'arcobaleno fattosi persona: rudd (redlrosso), ruddy «rubicondo» ma anche «grossolano», «rude»; yellan (yellow/giallo), ma anche yelling, «urlando»; gruebleen (bluegreen/blu-verde), è un orangeman (orange/arancio), cioè un protestante invasato, che ostenta i colori della Casa d'Olanda in opposizione al verde dei cattolici. Stravestito, fuoriesce qual toro; è violet, (violet/ viola), e «violenta», «violent», questa sua indigonation: è un'indignazione color indaco, indice pure, si potrebbe pensare, di una nazione storicamente stravolta. Non va sottovalutato la bowman's bili, quella picca saettante, da arciere, che porta con sé alla sua uscita (23.2-3); è il culmine di una serie di allusioni al comportamento sessuale del protagonista, che prima abbiamo sempre trovato appartato, laving cold hands on himself (21.10-11), shaking warm hands with himself (21.36) e, a 22.22-23, con his hurricane hips up to his pantry box, ruminating in his holdfour stomachs. Al che, il testo commenta ambiguo: Dare! O dare!, un incoraggiamento, «Provaci! Dacci sotto!», e una dolorosa constatazione, Dear! Oh dear!, «Ahimé, ahimé!». Che la storia proceda dunque: Betoun ye and be; «costruitevi delle città» e, una volta fatto ciò, «siate fecondi e moltiplicatevi», ingiunzioni evidentemente prese alla lettera da uno dei fondatori-patriarcali elencati all'inizio di questo capitolo che rappresenta la Genesi: un certo Peter Sawyer (Peter come il fondatore della Chiesa cattolica) creò in America un'altra Dublino (che si trova difatti in Laurens Ccmnty, Georgia); al posto della Pietra dell'apostolo (theRock) Joyce indica come elemento basilare della nuova cittadina le capacità generative del suo fondatore, topsawyers rocks (3.7). Il motto di questa nuova fondazione, come l'autore spiegò in una lettera del 1926, 12 era Dublin all the time, a prima vista, «Dublino per sempre!» ma il pun è perfetto, la comunità rappresenta se stessa attivamente e continuativamente impegnata nella sua stessa ri202
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