NOTE 1 Questo saggio riprende una linea di ricerca avanzata nel n. 58 di questa rivista. Lavorando intorno al modo di Hopkins di dire «io» nel testo poetico abbiamo incominciato a tracciare la mappa di una linea della poesia lirica, che ora include la Dickinson e Pessoa. Su questa linea, e su questi poeti, torneremo per demarcarne i confini rispetto alla grande fioritura classica, e per seguirne alcuni svilu f pi novecenteschi. F. Ponge, Il partito preso delle cose, Torino, Einaudi, 1979, «Appunti per una conchiglia», pp. 80 e sgg. 3 Il narratore non deve tornare nella sua povera �affitta: con la visione dell'Atlantide ha una nuova dimora poetica. E la conclusione della «Dodicesima veglia» del Vaso d'oro, di E.T.A. Hoffmann, Milano, Garzanti, 1969. 4 R.M. Rilke, I Quaderni di Malte Laurids Brigge, in Poesie, tradotte da Giaime Pintor, Torino, Einaudi, 1955, p. 92. 5 V. Woolf, Romanzi e altro, Milano, Mondadori, 1978, pp. 715 e sgg. 6 F. Ponge, op. cit., pp. 80-81. 7 «...l'affinità tra la forma e la funzione di uno studiolo, o stanzino, o scrittoio, e la struttura dell'apparato psichico diviso in separate istanze», sta alla base della nozione di «posto nell'economia della natura» nel «Posto dell'Origine nel riconoscimento della psicosi», in S. Finzi, Nevrosi di guerra in tempo di pace, Bari, Edizioni Dedalo, 1989. 8 F. Pessoa, Una sola moltitudine. Volume primo, Milano, Adelphi, 1979, p. 69. 9 Ivi, p. 68. 10 V . Woolf, op. cit., p. 821. 11 F. Pessoa, op. cit., p. 64. 1 2 Ivi, p. 79. 1 3 G. Seferis, Le parole e i marmi, Milano, Il saggiatore, 1965, p. 50. Seferis concludendo con la frase che abbiamo riportato il suo saggio «Sulla poesia contemporanea», virgoletta, senza citarlo, quanto deve a J. Keats. Nelle sue lettere Keats conduce riflessioni sparse sulla poesia che si distaccano da quelle dei romantici contemporanei, e saranno piuttosto riprese nel dibattito teorico tra Otto e Novecento. Il poeta è un «camaleonte», un essere che non ha confini rigidi nella capacità di immaginare ed essere altre persone. A fronte di questo egli parla di una «negative capability»: la capacità del poeta di permanere in stati di incertezza, abbandono, e passività, senza farsene travolgere, e riportandone una conoscenza. Un po', Ulisse legato per ascoltare il canto delle sirene. 14 E. Dickinson, The complete poems ofEmily Dickinson, Boston Toronto, Little, Brown and Company, 1960, p. 712. 15 F. Pessoa, op. cit., p. 88. 60
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