Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

157 so come sta tra' fiori ascosa l'angue, come sempre tra due si vegghia e DORME, come senza languir si MORE e langue; so de la mia nemica cercar l'ORME e teMER di trovarla[...] Naturalmente giunge abbastanza presto Amor, o meglio torna, tosto ripreso perché appaghi [molto] AMARO: In somma so che cosa è l'alma vaga, rotto parlar con subito silenzio, ché poco dolce molto AMARO appaga, di che s'ha il mel temprato con l'assenzio. Più sicuro sentiero non trovo per assaporare come desidero la prima ottava dell'Orlando Furioso, dove sono convocati: ARME - AMORI l (si badi all'inversione di lrl e Imi dall'uno all'altro lessema; così in Petrarca, per esempio in CXXV 29, d'AMOR usai, quand'io non ebbi altr'ARME); MORI 3 (la rima con amori è dunque ricca) in verso giocato (che fURO al tempo che passARO i MORI); MARE 4 (anagramma di arme l) prolungato da iRE 5 che a sua volta lavora con fuRORI, dove trionfa lrl; MORTE 7 (ma la dentale sorda parla della sorda già in cORTEsie 2: in Inf XIII 64-66 l'invidia è La meretrice che mai da l'ospizio I di Cesare non TORsE li occhi putti, I MORTE comune e de le cORTi vizio...); ROMano 8 (col palindromo di AMORi 1). Così parla l'Ariosto di amore e morte; così l'ottava proemiale del Furioso dice splendidamente, semplicemente, «tutto». Serve ricordarsene per gustare come si desidera anche l'ottava 58 del canto XVII, dove si festeggia torma, vocabolo assente nel Canzoniere di Petrarca, ma che fa due volte il suo dovere nella Commedia (Inf XVI 5 e XXX43): 232 Quivi attendiamo infin che steso.all'ombra d'un bosco opaco il nasuto orco DORMA.

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