Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

Anche più utile, qui, un accertamento del lavoro petrarchesco. La canzone Se 'l pensier che mi strugge, CXXV, ha nella P strofa VEST/sse 3 e, dietro ad Amor, la rima dorme: orme 6-7; a dorme volge con molta sottigliezza, pure a fin di verso, dramma 12. Nella 2a strofa Amor 14 è anagrammato in ramo 18, celato poi in ombra 22 (: sgombra). Nella 3a entra arme 29, chiamato quasi dall'abbastanza vicino rime 27. Trascrivo interamente la 5a strofa, dove orme cede a vestigi iscritto in un microinsieme d'inusitata solidarietà puntuta: 53 Ben sai che sì bel piede non toèchò terra unquancho come quel di che già segnata foSTI; onde 'l cor lasso riede col tormentoso fiancho a partir teco i lor pensier' nascoSTI. Così a VESTu ripoSTI de' be' VESTIGI sparsi anchor tra' fiori et l'erba, che la mia vita acerba, lagrimando, trovasse ove acquetarsi! Ma come pò s'appaga l'alma dubbiosa et vaga. Nonostante le sue notevoli possibilità di resistenza, vestigio cede nella Sera a orma con indiscutibile guadagno. Per convincersene bisogna tornare ai due anaforici [Tu] dormi 7 e 11, che inforcano l'anafonico (rilevato di passata dal Peruzzi) [ti] morde 8: 7 Tu DORMI, che t'accolse agevol sonno Nelle tue chete stanze; e non ti MORDE Cura nessuna; e già non sai né pensi Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto. Tu DORMI[...] Parola capitale, dunque, DORMI, che, mentre s'allaccia 229

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