mora qualche preghiera per esorcizzarlo. Si riaddormenta. Lo risveglia un colpo di tuono, che gli riempie la camera di scintille. Si domanda di nuovo se dorme o se è sveglio, se si tratta di un sogno o di una fantasticheria, apre gli occhi e li richiude per giungere a una qualche conclusione. Poi, rassicurato, si assopisce, vinto dalla stanchezza. Col cervello in fiamme, eccitato dai rumori e dalle sorde sofferenze, Cartesio apre un dizionario, poi una raccolta di poesie. Questo intrepido viaggiatore si sofferma a fantasticare sul verso [Di Ausonio]: "Quod vitae sectabor iter?" [Che cammino seguirò nella vita?]. Un altro viaggio nel paese dei sogni? Allora all'improvviso sopraggiunge un uomo ch'egli non conosce, e pretende di fargli leggere un passo di Ausonio, che comincia con le parole "Est et non". Ma l'uomo scompare, ne sopravviene un altro. Poi scompare anche il libro, per ripresentarsi ornato di ritratti incisi su metallo. Alla fine torna la quiete nella notte. Nella lettera di risposta Freud fa una serie di considerazioni di grande interesse, anche se un po' intimorito dal grande sognatore, sui Trii.urne von oben, che qui non toccheremo. Quello che qui ci interessa è il fatto che Freud sottolinea le dimensioni destra-sinistra: «il lato sinistro rappresenta il male e il peccato, e il vento rappresenta lo spirito maligno (animus)». Certo, Cartesio è più di ogni altro uomo, impegnato nel grande conflitto, egli che si trova a cavallo di due mondi: il vento impetuoso delle pulsioni, la magia, la fantasia, il prelogico, il contatto con lo spirito maligno, che lo fa roteare violento sulla sinistra e gli infonde grande debolezza a destra. Dunque la sinistra, come progetto euforico, confuso ed eccitato, di controllo sull'oggetto, e la destra, la razionalità, il metodo, l'accettazione fredda e razionale della perdita, la fine dell'onnipotenza. È in questo bivio tra i due progetti opposti 213
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