pre dire «confessare a sé medesimo la propria totale impotenza, trovarsi nella situazione del bambino che ha abbandonato la casa paterna nella quale si sentiva protetto e sicuro». 2. Abbiamo visto come l'euforia vada ben al di là della negazione, ma sia un prodotto del lavoro di controllo dell'oggetto. Ci rimane ora un secondo punto: ne La scissione dell'Io nelprocesso di difesa Freud introduce il caso clinico di un paziente che ricorreva al feticcio per non riconoscere che le donne hanno perso il pene. Attraverso lo scritto del '27 sul feticismo si è rimandati ad Un ricordo di infanzia di Leonardo da Vinci, alla coda del nibbio tra le labbra di Leonardo, se si vuole al sorriso della Gioconda, alla seduttività per il duplice livello di tenerezza adorante e colma di dedizione, e di riserbo e lontananza, con una sensualità che «consuma l'uomo come qualcosa d'estraneo». Dalla fissazione di Leonardo a questo livello infantile, in cui si viveva come fallo materno, si dipartono le sublimazioni artistiche, ma parimenti le formazioni ossessive come reazione al pericolo temuto, il feticismo, la sua omosessualità, e la rigida formazione caratteriale di scienziato-ricercatore, alieno da moti libidici. Questo livello fallico-narcisistico rimane in ogni caso un progetto irrinunciabile: se da questo ci si debba difendere con sintomi e formazioni caratteriali, o non ci si debba difendere, dipende dalla permeabilità tra i due principi dell'accadere psichico, o, parafrasando Freud, da quanto l'essere umano sa tollerare di voler essere Narciso (Dioniso o Core che sia) a cui tutta la terra sorride. In un linguaggio ancorato all'esperienza di vita ed al livello biologico, il ritmo di innalzamento ed abbassamento, di apertura e chiusura, è quello che permette il vicendevole scambio di attività e passività, il prestare attenzione e l'essere atteso. Nell'euforia l'innalzamento è 207
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