Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

sempre duplici: da un lato quelle dell'autore, dall'altro lato quelle del periodo a lui posteriore, più o meno consapevolmente presenti nell'intervento del restauratore: Indagare quali siano le intenzioni dell'artista (nella misura in cui le esprime) e quale sia la relazione degli altri membri della sua comunità è un elemento di primaria importanza se non vogliamo semplicemente considerare gli oggetti per se stessi e giudicare se sono opere d'arte secondo i parametri della nostra cultura e del nostro punto di vista. Bisogna comunqu� tener presente una seria obiezione filosofica. E infatti impossibile poter conoscere direttamente i pensieri e le intenzioni altrui. Noi possiamo capirli attraverso i mezzi che l'altro usa per comunicarli e la comprensione di questi messaggi è comunque legata alla nostra esperienza e non a quella altrui. Nel caso del1'artista, l'opera d'arte è il mezzo fondamentale con cui egli si esprime. Se l'artista mostrasse direttamente ciò che pensa, la produzione di oggetti artistici sarebbe, in un certo senso, superflua23 • A questo punto quali potrebbero essere le tipologie comportamentali e insieme i luoghi nei quali il restauro dovrebbe intervenire, senza che l'intervento possa significare necessariamente né un apologo del ciò che è o di ciò che è rimasto, né una forzatura interpretativa, fondata sulla necessità mediale di fare parlare, comunque, qualsiasi reperto quando questo diventa patrimonio dei sistemi di comunicazione di massa? Proviamo ad elencare, senza alcuna intenzione di esaurire le potenzialità del restauro, quali potrebbero essere i luoghi culturali d'intervento: 1 - l'interpretazione del vuoto. 2 - lo sviluppo dei pieni, nel senso che la storia aggiunge, nelle stratificazioni del gusto e dei modelli estetici, una serie nuova di valori, di significati che appartengono, 223

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