Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

tenuto equivalente «di un'unità significante all'interno di una semiotica data, o la traduzione di un'unità significante di una semiotica in un'altra»21 • Il dibattito che fu al centro del restauro della Cappella Sistina è indicativo del modo in cui, spesse volte, il desiderio d'interpretazione vada oltre la soglia di una logica di attribuzione, per approdare a un sistema di rappresentazione attuale, perlomeno discutibile; nel suo saggio Michelangelo e la pittura a fresco Alessandro Conti conclude la sua disamina sul restauro dell'opera affermando giustamente: Ho cercato di far presente quale sia l'evidenza che fonti ed opere d'arte ci offrono sulla tecnica della Volta Sistina, sulla presenza o meno di ritocchi a secco e sul modo in cui Michelangelo ed i suoi contemporanei consideravano la pittura; ho tentato di mettere a disposizione di tutti una serie di materiali con i quali rispondere all'interrogativo se la nuova veste della Cappella Sistina può rispondere alle possibilità e alle intenzioni teoriche della pittura di Michelangelo o non si volga, eccessivamente e con effetti irreversibili, alla ricostruzione di un'immagine che abolisca l'eventuale divario che esiste fra il mondo di Michelangelo e le assuefazioni visive del nostro tempo22 • Non è facile, separare nettamente il tempo dell'opera dal tempo del restauro in quanto è difficile ricostruire in termini sicuri e incontrovertibili le tracce originali del percorso creativo: le intenzioni dell'artista possono essere elementi di chiarificazione quando non solo i documenti dell'opera ma anche, e direi soprattutto, i diari di lavoro e il livello di conoscenza delle tecniche e dei materiali costituiscono un sicuro patrimonio culturale, intorno al quale poi ricostruire le parti mancanti o, se è necessario, rifare lo stato attuale dell'opera, attuale rispetto alle attese e alle intenzioni dell'artista. Le intenzioni sono 222

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