più, in questo caso, i confini della configurazione e della matericità entro i quali intervenire, correggere, riempire i vuoti. Questo è possibile, appunto, perché la memoria, il passato iconografico, le trame della storia ci guidano e consentono anche l'evasione, l'infrazione o il rispetto di ciò che è pensato e accettato come vero e reale. Il restauro è un mutamento linguistico14 nel segno di un ampliamento dei significati, anche quando questo mutamento deborda dai confini delle tradizioni o di un presunto documento storico che artificialmente vorrebbe riportare, il testo, al suo tempo, ai suoi interpreti di cui, però, si sono perse le voci o dei quali abbiamo solo alcuni fantasmi in cerca di un nuovo regista che li faccia rivivere come protagonisti di una nuova scena. 216 La questione di come il passato possa essere separato dal preseli).te e come un passato separato possa di nuovo venire riattualizzato, conduce dinanzi a una distinzione essenziale tra la storicità del linguaggio, da un lato, e quella della poesia e dell'arte dall'altro. Il mutamento linguistico è un progressivo oltrepassamento del linguaggio dato attraverso innovazione e assunzione, un oltrepassamento del già realizzato e un ripristino dell'equilibrio sincronico attraverso una nuova normalizzazione, quindi un processo in cui il mutamento linguistico elimina continuamente degli elementi, lasciandoseli dietro in crescente estraneità come passato linguistico. L'esperienza estetica ha in comune con il linguaggio in quanto energeia, che deve trasformarsi continuamente per continuare a funzionare, il carattere dinamico del sistema aperto, tuttavia con la particolarità che, nel processo della progressiva normalizzazione o formazione di tradizione nell'arte, l'opera evenemenziale non solo produce un nuovo significato e apre un mondo possibile, bensì nello stesso tempo fa apparire l'arte passata in un'altra luce15•
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