della cultura della modernità5 , nel senso della necessità di una diretta riconoscibilità dell'immagine, dell'oggetto al di là di uno stretto numero di specialisti: il restauro si fonda nella teoria e nella pratica di un atteggiamento nuovo verso l'arte nel quale le opere d'arte possono essere l'oggetto di percezioni molto differenti: da una percezione propriamente estetica, socialmente considerata come adeguata al loro significato specifico, fino a una percezione che non differisce, nella sua logica, né nelle sue modalità, da quella che si applica nella vita quotidiana agli oggetti quotidiani. Ogni analisi corretta sull'essenza della percezione propriamente estetica deve quindi considerare le condizioni sociali di possibilità dell'esperienza vissuta dell'opera d'arte alla quale si applica6 • Pierre Bourdieu sottolinea come la linea di demarcazione che separa il mondo degli oggetti estetici dipenda dall'intenzione del produttore di questi oggetti ma, in realtà, questa intenzione «è anch'essa il prodotto delle norme e delle comunicazioni sociali che concorrono a definire la frontiera sempre incerta e storicamente mutevole fra i semplici oggetti tecnici e gli oggetti d'arte»7 • Quali sono le ragioni teoretiche di un intervento di restauro quando il pubblico per il quale quell'opera particolare era stata realizzata è scomparso o, perlomeno, si sono at . tenuate le ragioni che legavano il sistema delle rappresentazioni ai propri interpreti? Io credo che la ragione più importante risieda nella necessità di raccordare passato e presente per una memoria e una coscienza storica a fondamento del sistema dei valori e delle culture di una determinata società: restaurare significa riportare il passato nel presente, mentre le ragioni stesse delle trasformazioni sociali e politiche tenderebbero a rappresentarsi esclusivamente nel presente. 210
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