na norma. In altre parole, validità non è più, in questo caso, una relazione tra una descrizione linguistica e un mondo in essa espresso, ma in primo luogo, nei rapporti pratici, essa si presenta nella forma di un ordine voluto da persone che agiscono responsabilmente nei loro rapporti reciproci2. Il restauro cerca di ridare verità a ciò che solo parzialmente è in grado di parlare il linguaggio del vero, in virtù della validità di una norma convenzionale (è vero solo ciò che a livello di configurazione si presenta tafe), oppure la sua ragione d'essere risiede in uno stato di cose asserite, affermate, per cui, in questo caso, il codice di riferimento a cui modellare la logica di restauro sarebbe una pretesa originaria realtà, una sorta di ante rem di memoria tomistica? L'equivoco è molto caratteristico di una mentalità che tende a non analizzare gli strumenti linguistici a cui ricorre, non meno di quelli concettuali ed operativi, al punto di vedere come momenti di conservazione, operazioni altamente selettive o parzialmente distruttive come la foderatura di una tela o lo strappo di un affresco. In realtà anche nell'intervento più rispettoso alcune proprietà dei materiali originali verranno conservate a spese di altre... Scopo del restauro è fornire l'oggetto restaurato di qualità di funzionalità, di estetica, di tatto quanto più è possibile vicine all'originale. La conservazione dei materiali originali, la reversibilità di tutti quelli che si usano nelle operazioni di restauro, sono, in realtà criteri di orientamento; inevitabilmente sono sottoposti al vaglio di un programma cuiturale3 • Il concetto stesso di programma culturale indica e determina un campo di scelte progettuali dove l'autore, all'interno di un programma di ricerca, isola una serie di costanti mentre tralascia altre possibilità d'itinerari lin208
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