Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

sente come istanza di tutte le domande: il mito lontano, che per noi resterebbe muto se non ritornasse al linguaggio quando la sua parola estranea viene interpretata, ancora una volta, come risposta ad una domanda attuale1 • Anche il Restauro è un dialogo asimmetrico dove il linguaggio attuale, contemporaneo rappresenta il momento della messa in scena di una voce, di una narrazione che già possiede un proprio regista, un proprio autore; ma che, per l'accidentalità di alcune assenze dei protagonisti, deve essere ripresentata in quanto ogni domanda attuale richiede una risposta. Il restauro risponde alle domande di un interprete che chiede, al di là del valore estetico dell'oggetto e dell'immagine, la completezza dell'informazione, degli elementi semantici; il concetto di verità, in questo caso, viene tradotto come necessità di completamento configurativo perché, comunque, l'opera svolge ancora, ma soprattutto ha già svolto, le sue funzioni simboliche, anche se parzialmente mancante di alcune parti costitutive l'insieme dell'evento: L'uso di vero e falso ha qualcosa di fuorviante, perché allude all'idea di concordanza o di corrispondenza con i fatti (o con la realtà) tutt'altro che facile da spiegare, come dimostrano i reiterati tentativi intrapresi. Comunque sia, l'idea che la verità è la concordanza o la corrispondenza coi fatti o con la realtà è quella che hanno in mente la maggior parte di coloro, filosofi o no, i quali parlano di vero e falso. In base ad essa, s'assume che un'asserzione è vera se concorda con i fatti o con la realtà, oppure vi corrisponde... Mentre la verità di una proposizione fa riferimento a ciò che con essa viene asserito, dunque a uno stato di cose asserito, la validità di una norma si riferisce a un'obbligazione già costituita tra i destinatari d'u207

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==