Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

detto nei testi del passato è, nella maggior parte dei casi, selettivo, alla ricerca di un positivo sul quale sostenersi. Lo stesso Nietzsche, così spregiudicato nel dissolvere i colori luminosi del classicismo sereno e armonico, non si sottrae a quest'operazione: egli dice sì alla schiavitù antica, condizione imp.rescindibile per la creazione di una cultura, ma dice no alla polis per la sua dimensione democratica e egualitaria. Una delle poche eccezioni è forse costituita da Leo Strauss e dalla sua scuola, propensi ad accogliere in chiave anti-moderna la totalità del pensiero politico classico. È naturalè che i presocratici, anche per la condizione frammentaria del loro pensiero, siano terreno di caccia soprattutto di restauri integrativi. Ma ciò può benissimo accordarsi col restauro cosmetico, come nel caso dei presocratici di Popper,,precursori della moderna razionalità scientifica, intesa come tradizione critica che procede, attraverso la libera discussione, per congetture e confutazioni. Vorrei tuttavia esemplificare il discorso con l'uso, oggi particolarmente diffuso, dei testi etici e politici di Aristotele. Ciò è evidente nella cosiddetta filosofia pratica in Germania5 , ma anche in una diversa area culturale, ossia nella filosofia post-analitica di lingua inglese. Esemplare in questo senso mi pare il libro di Alasdair Mac Intyre, After Virtue. A Study in Moral Theory (19872), da poco tradotto anche in italiano. Anche questo libro è espressione del filosofocentrismo a oltranza di molta filosofia contemporanea, un'inversione del marxismo, la quale scorge nelle teorie filosofiche la radice e il motore dei problemi sociali. Quando dice che noi siamo, volenti o no, ciò che il passato ha fatto di noi, Mac Intyre pensa in primo luogo al passato filosofico. Il suo punto di partenza è dato dalla constatazione del fallimento delle teorie etiche moderne, a partire dall'Illuminismo, utilitaristiche o emotivistiche, incapaci di raggiungere l'universalità desiderata e d'infrangere il muro della singolarità e incommensurabilità 184

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==