Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

con Platone e Aristotele, il libro diventava il vero oggetto dell'attività filosofica. Filosofare significava anche scrivere libri su altri libri, elaborare testi come esplicazione di altri testi, dalla parafrasi al commentario continuo ai manuali introduttivi e così via. Per altro verso, questa attività di restauro si rivestiva di una forte dimensione pedagogica, perché consisteva anche nella disposizione di quanto era detto dal maestro nell'ordine più adeguato per consentire ai discepoli di ripercorrerlo in un itinerario progressivo di ascesa. Il restauro dei testi del maestro tendeva a conferire ad essi una struttura sistematica: così Andronico di Rodi aveva ordinato gli scritti di Aristotele - nel modo in cui noi ancora oggi li possediamo - seguendo la tripartizione della filosofia in logica, fisica, etica; così Porfirio disponeva le Enneadi del maestro Plotino non nell'ordine cronologico, in cui erano state scritte, ma seguendo una struttura sistematica, che andava dal mondo sensibile all'uno. Nel neoplatonismo l'originalità cessava di essere un merito e la filosofia diventava un evento impersonale, la rivelazione di un divino che eccedeva l'uomo. Di fronte a ciò il filosofo può soltanto presentarsi come sacerdote, custode e anello di una catena rivelativa, che non si origina da lui. Molti tratti del filosofare contemporaneo si illuminano, se posti a confronto con queste impostazioni neoplatoniche, in particolare nella loro ossessione di risalire all'origine per riattingerla. Il presupposto, come già nell'antico neoplatonismo, è che l'originario, qùanto è consegnato nei testi dell'origine, i quali sono per lo più frammentari, non è trasparente e il restauro di esso consiste anche nel rendere almeno parzialmente trasparenti le virtualità che esso contiene. In tal modo il testo originario può riprendere la forza che gli è propria, ma che un'epoca dì èrramento ha occultato. Di fronte a un materiale frammentario il restauro assume necessariamente, come in Heidegger, una veste integrativa, dove di fatto l'originario è dissolto, ma può rappresentare, 181

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