mente essa si trova di fronte, ciascuno con le proprie istanze in attesa di una soddisfazione, il testo, la tradizione esecutiva, il giudizio storico. La filologia che si dichiara estranea a compromissioni col gusto interpretativo rifiuta di assumersi la responsabilità della concretizzazione. Chi invece si assume l'onere va incontro all'imprevedibile, pur nel rispetto delle più severe intenzioni ricostruttive. È in questo senso che Harnoncourt può rivendicare all'esecuzione filologica un carattere di modernità, destinato ad essere inteso oggi e non da una ideale platea di due o tre secoli fa frutto di pura astrazione. A proposito della prima esecuzione condotta con criteri filologici della Matthiiuspassion di Bach egli ricorda: Ciò che stavamo facendo non era affatto la restaurazione di una qualsiasi immagine sonora storica, la ricostruzione archeologica dei suoni del passato; era invece un'esecuzione moderna, un'interpretazione del XX secolo... Temevamo che il nostro principio - eseguire ogni brano come se non l'avessimo mai suonato prima, come se non fosse ancora stato mai eseguito - non fosse più attuabile per la Passione secondo Matteo a causa dei riferimenti troppo forti frutto di un così alto numero di esecuzioni. Ma si� invece prodotto da solo, grazie alla sonorità orchestrale e alla meravigliosa trasparenza dei cori dei fanciulli e degli uomini: la Passione secondo Matteo era per noi completamente nuova, non l'avevamo mai né sentita né suonata prima, non c'era nessun riferimento14 • Quel carattere di novità su cui insiste Harnoncourt è il medesimo carattere che spinge altri a rifiutare questo tipo di esperienza come negatrice di un patrimonio sonoro acquisito e che si vuole ad ogni costo preservare perché è sentito come un valore, come il prodotto di un progresso anche spirituale. Un'esecuzione come quella di Harnon167
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